Ortodonzia per bambini

Con la tecnica americana di ortodonzia "Damon" si riduce il tempo dell'apparecchio fisso e si ottiene maggiore comfort!

Questa tecnica di ortodonzia fissa, messa a punto dal Dr. Dwight Damon, presenta numerosi vantaggi: si tratta di una terapia che sfrutta forze superleggere (pochi grammi per dente) invece che decine o centinaia di grammi per elemento, consente quindi di spostare i denti molto velocemente e senza dolore per il paziente in quanto i capillari sanguigni nell'osso, con queste forze così leggere, rimangono pervi, la circolazione sanguigna si mantiene e il gioco fra osteoblasti che costruiscono l'osso e osteoclasti che lo distruggono è immediata: i primi risultati già dopo 6 settimane! In altre parole non si sposta più il dente nell'osso ma entrambi viaggiano insieme in modo da formare nuove belle arcate dentarie ampie quanto la muscolatura stessa di ogni singolo paziente. L’apparecchio di Damon agisce sempre al di sotto del range di forze dettato dalle cinture muscolari esterna e interna del paziente stesso, ed è per questa ragione che rappresenta il sistema ortodontico più amato dagli osteopati.


Per cosa serve l'apparecchio ortodontico?

La letteratura medica evidenzia molto chiaramente che i denti "storti", quando il bambino raggiungerà l'adolescenza e quindi l'età adulta, possono determinare una serie di conseguenze che un'ortodonzia potrebbe scongiurare. I denti non correttamente allineati sono molto più difficili da pulire e vanno incontro più frequentemente a carie e problemi gengivali (in età adulta) che possono portare alla loro perdita. Anche il mancato combaciamento tra i denti delle due arcate può portare a consumo eccessivo delle superfici occlusali, stress delle gengive e dell'osso di supporto dei denti, inefficienza masticatoria e mal di testa frequenti con possibile coinvolgimento delle articolazioni temporo-mandibolari. Il trattamento ortodontico è sicuramente meno costoso rispetto alle possibili cure necessarie per ovviare ai problemi creati da una malocclusione ortodontica. Un bel sorriso è il migliore regalo dell'ortodonzia e infatti, dopo la cura, si acquista più sicurezza in se stessi.


Quanto deve durare una cura?

La cura ortodontica non ha un termine preciso, normalmente il trattamento dura dai 6 mesi per i casi più semplici ai 2 anni per quelli più complessi mentre, se riguarda bambini piccoli dai 6 ai 9 anni, si parla di trattamento precoce o intercettivo la cui durata varia da 1 anno a 1 anno e mezzo.


Ogni quanto bisogna far controllare l'apparecchio?

Un ortodontista esperto controlla i propri pazienti una volta al mese; possono esserci periodi particolari della cura in cui li controlla una volta ogni 15 giorni, ma sono solo temporanei. Se poi il caso merita un approfondimento diagnostico, vengono effettuate due radiografie (teleradiografia e panoramica), vengono scattate delle foto alla bocca e al viso e vengono prese le impronte. Tutto questo materiale deve essere studiato e analizzato in ogni suo aspetto dall'ortodontista, il quale propone un piano di trattamento scritto con riportate tutte le fasi della terapia dall'inizio alla fine, includendo la durata stimata della stessa.


Quando effettuare la prima visita ortodontica?

L’età giusta per una prima visita ortodontica corrisponde a 5 anni, quando sono ancora presenti i denti da latte, perché una loro perdita precoce può comportare la nascita dei denti permanenti in sedi errate (normalmente gli ultimi denti da latte si perdono verso i 12 anni!). I bambini che cominciano la cura a questa età sono però soltanto una minoranza, ovvero quelli con problemi molto gravi (ad esempio il mento spostato in avanti). La maggior parte verrà rimandata, se la cura è necessaria, verso i 7-8 anni. È infatti questa l’età migliore per una terapia precoce o di prima fase, che ha lo scopo di intercettare il problema e guidare la crescita ossea nella giusta direzione. Solitamente queste cure finiscono in un anno, un anno e mezzo circa e possono essere eseguite con apparecchi rimovibili (si tolgono per mangiare) o con apparecchi fissi, bloccati ai denti.


Come correggere il "morso aperto"?

Il "morso aperto" è un tipico esempio di "ortodonzia intercettiva". Spesso in età infantile, quando sono ancora presenti i denti da latte, per problemi legati alla respirazione orale o per l'uso del ciuccio fino a tarda età sostituito poi dal dito, si ha una carente crescita della parte superiore della mascella, con spazio tra i denti superiori e inferiori e palato stretto. La situazione non si normalizzerà mai in modo autonomo perché la lingua si interpone tra i denti superiori e inferiori quando il bambino inghiottisce la saliva.


Verso i 6/8 anni è il momento giusto per intervenire, ad esempio con una placchetta rimovibile o fissa, dotata di una griglia che impedisce alla lingua di passare tra i denti e al bambino di succhiarsi ancora il dito. In seguito si continua a monitorare la crescita del giovane paziente e soltanto in rari casi si effettua una terapia di II° fase a permuta dentaria avvenuta (12 anni). Eseguendo questa terapia precoce che guida i denti verso una normale crescita, spesso non è necessario intervenire successivamente con apparecchi fissi. In altri casi, invece, l'eventuale terapia fissa è ancora necessaria, ma più semplice e di minor durata.